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BIOGRAFIA

 

 

 

 

Protagonista di numerose personali nei più importanti musei europei e nel mondo, Meneghetti è conosciuto come il “Pittore delle Radiografie”. Ha lavorato fuori dai vari movimenti del suo tempo operando in diversi ambiti artistici: dalla pittura alla scultura, dal design all'architettura, dalla fotografia al cinema, dalla musica al teatro; nell'archivio Renato Meneghetti sono catalogate oltre 2000 opere realizzate in 60 anni di lavoro. Da oltre trent'anni la sua visione "radiografica" ha influenzato numerosi giovani artisti e lo ha condotto alla notorietà internazionale.

Renato Meneghetti nasce a Rosà di Vicenza il 19 marzo 1947, appena nato la mamma lo esibisce sul banco di mescita agli avventori dell'osteria “Cordaro” a Rosà bagnandogli le labbra con del pessimo vino.

Nel 1954 inizia a dipingere ancora bambino, autoproducendosi con mezzi di fortuna le tele da lenzuola strappate, i telai da cassette di frutta e i colori all'olio di oliva, che prende dal negozio di alimentari della madre, pestando foglie, mattoni, terra, ecc. Di questo periodo restano a testimonianza la copia di una natura morta di A.Tosi, un dipinto della casa del Vescovo realizzato sotto la guida del nipote dello stesso, che fu il suo primo maestro e il ritratto di una lavandaia.

Il 1962 è il periodo della pittura di getto. Per pagarsi i colori e le tele fa il barista a Rosà. Viene poi inviato dai genitori a Bassano del Grappa, dove apre, avvia e gestisce un nuovo bar per il periodo in cui gli stessi sono impegnati nella liquidazione dell'attività di Rosà.

Nel 1964 lavora come disegnatore tecnico in un'azienda metalmeccanica, scopre il bianco e nero e il disegno artistico (Down,1964), è il periodo dei “Monotipi” (Dissolversi, 1964) e della prima mostra personale al “Circolo Artisi Bassanesi”. Allestisce il primo Atelier nel garage di casa.

Il 1965 vede la nascita dei suoi primi collages e degli affreschi su tavola, Carlo Munari cura una collettiva di Meneghetti assieme agli amici Rino Furlan e Silvestro Lodi che provengono dall'Accademia coi quali condivide un nuovo Atelier e ai quali carpisce nozioni teoriche generali.

Nel 1968 effettua il servizio militare a Pavia, in caserma si distingue come eccellente ritrattista, sono più di un centinaio i ritratti di ufficiali che realizza in questo periodio.

A Milano frequenta lo studio del maestro Lucio Fontana che gli dedica un saggio critico presentando il ciclo delle “Fagocitatrici” in alcune mostre in Liguria.

Nel 1969 dopo un periodo bohemien torna a Bassano del Grappa e decide di sposarsi.

Nel 1970 inizia a sperimentare nuove forme espressive pur continuando a dipingere ed elabora le prime esperienze di teatro, musica, cinema, fotografia, scultura e design. Fonda la DDD Design con la quale disegna e produce oggetti e multipli d'arte come la “Maitresse-Portatutto” e “Cubo-Il tavolo dei giochi”, firma collezioni di importanti aziende nei settori della moda, oreficeria ed arredamento. In quell'anno fonda anche la “MRP Agenzia di Pubblicità” con la quale realizza campagne pubblicitarie di grande successo per famosi brand internazionali.

Nel 1972 progetta e realizza il “Museo dell'Automobile Luigi Bonfanti” a Romano d'Ezzelino, nello stesso anno presenta una fitta serie di mostre, che chiama per protesta “retrospettive”, denunciando la sua condizione di “fagocitato dal denaro” ed assume appunto lo pseudonimo di “MR il fagocitato”.

Nel 1975 Nasce la Figlia Greta.

Nel 1977 distrugge un'opera del ciclo “Fagocitatrici” solcando la tela con la scritta “BASTA!” e realizza un'installazione monumentale, dallo stesso titolo, composta da oltre 100 opere del Ciclo strettamente legate con corde ed impacchettate come fossero una montagna di spazzatura, sulla quale getta con disprezzo secchi di colore. Conclude la sua personale rivoluzione frantumando le “Macchine Fagocitatrici”, alla ricerca degli “Elementi Fagocitanti”, ne nascono una decina di opere. La sua personale protesta lo porta a riacquistare tutte le opere vendute in giovinezza, a non esporre più in gallerie private ma solo in spazi pubblici e Musei estraniandosi così dal sistema del mercato dell'Arte. Solo nel 1999 Achille Bonito Oliva lo convincerà dell'importanza di vendere le opere perchè possano essere godute da un pubblico più vasto.

Nel 1979 rimane coinvolto in un dramma famigliare che lo costringe a visionare migliaia di radiografie dalle quali prendono vita le prime opere pittoriche radiografiche. Diventa padre per la seconda volta: viene alla luce Marzia.

Nel 1980, con una serie di performances lancia un'aspra denuncia del potere malefico del denaro quale propellente e linfa vitale di guerre massacri ed eccidi distribuendo banconote firmate con la dicitura “Fagocitatrice maxima“ in molti Paesi del mondo. Nel 1981 viene arrestato in Tunisia ed espulso dal paese per vilipendio allo Stato.

Nello stesso anno intraprende il progetto “Insania”: compone musica presso il CSC dell’Università di Padova, analizza il rapporto tra immagine e suono, i suoi spartiti sono vere e proprie opere pittoriche (Spartito per Insania, 1980), il progetto si concretizza in un libro e un Long Playing: “INSANIA - Fagocitazione per computer e sax”

Nel 1982 con quest'opera viene invitato alla Biennale di Venezia “Numero e suono” International computer music conference. Stringe un sodalizio e una grande amicizia con il sociologo Roberto Guiducci che scriverà i testi del primo film dell'artista.

Nel 1983 continuando la sperimentazione in musica e fotografia realizza “Divergenze Parallele”, un lungometraggio a soggetto di 103’, il film viene presentato alla XL Mostra Internazionale del Cinema La Biennale di Venezia (sezione De Sica) successivamente premiato per il miglior montaggio al Festival del cinema neorealista di Avellino.

1984 nonostante l'interesse per la sperimentazione, non abbandona mai la pittura e nasce il ciclo “Scoprire l’occultato” in cui sperimentazione e pittura tradizionale si fondono in opere che vengono create e successivamente occultate dall'artista per essere poi svelate, durante l'esposizione, dal pubblico che ne diventa coautore. Questo è l'anno in cui rinnega lo pseudonimo di “MR il fagocitato” ma in realtà rimane tale. Con Roberto Guiducci da vita al progetto di prosa e musica: “Concerto per cinque voci e il diavolo”, trasmesso dalla Radio Nazionale Svizzera. Nello stesso anno diventa giornalista, fonda la “Viva Edizioni” casa editrice di libri d'Arte e la “MRP Edizioni” diventando editore di varie riviste a diffusione nazionale. Paolo Fabbri lo invita con le sue “Fagocitatrici” al congresso:”Il silenzio, il segreto “ con i 30 maggiori esponenti della cultura mondiale tra i quali Hans-Dieter Bahr, Jean Baudrillard, Edmon Jabes.

Nel 1985 la sua prima esperienza di teatro lo vede impegnato nell'adattamento teatrale del film “Divergenze Parallele” che trasforma in un “Assolo concertante per mimo e orchestra”, per “Patavanitas - performances, video e varia spettacolarità” di Padova, gli viene assegnato il premio “Fenice d’oro” per il miglior pezzo teatrale dell'anno.

La florida situazione economica, di quegli anni, lo induce a dedicarsi a se stesso dando sfogo alle proprie passioni e viaggiando per curiosità del mondo. Acquista, progetta, ristruttura, arreda e abita dapprima la Fortezza dell'Ezzelino da Romano e, dopo “Villa Drigo”, altre 4 ville venete e Palazzo Bianchi dal Corno Michiel Bonato, da cui autorizza lo strappo degli affreschi di Jacopo Da Ponte che vengono donati al Museo Civico di Bassano del Grappa. Si attornia di cani di razza, una scuderia di cavalli da corsa, un parco d'auto d'epoca e di una barca a vela con la quale si permette lunghi periodi in solitudine. In Meneghetti nonostante la splendida situazione economica restano comunque vive le proprie origini e si dimostra sempre sensibile nei confronti dei meno fortunati prodigandosi in donazioni di tutti i generi. E' proprio questa attenzione per il diverso, l'emarginato, il povero, l'ammalato che lo porterà successivamente a ideare installazioni, sculture e videoart di forte impatto emotivo volte a risvegliare le coscienze dell'indifferente pubblico. In quel periodo perde il fratello Valerio suo mentore e grande estimatore.

Nel 1997 per la prima volta espone le “Radiografie”,annunciate alla fine degli anni settanta, in una personale al Museo di Palazzo Sarcinelli di Conegliano curata da Marco Goldin (catalogo Marsilio). E' in questo periodo che l'attenzione di Meneghetti dalle radiografie su corpi umani, animali, tronchi d'albero ed oggetti si sposta su altri strumenti d'indagine medica quali la scintigrafia, l'ecografia, la tomografia, la TAC, la risonanza magnetica, ecc. D'ora in poi tutta la sua produzione, non solo pittorica, prenderà spunto dalla radiografia, per la quale Gillo Dorfles gli riconosce un primato scrivendo: […] Bisogna riconoscere che egli è stato indubbiamente tra i primi e forse il primo in assoluto a comprendere l’interesse estetico oltre che scientifico di questo mezzo e soprattutto a individuare il significato profondo di tale impiego[…]. Achille Bonito Oliva conferma questo primato dichiarando:...”è stato il primo artista che ha adoperato la radiografia, prima anche di Gligorov, un’artista che a me piace e che porto con estrema esemplarità e intenzionalità. La radiografia, lo scheletro è il lavoro centrale di tutta la produzione di Meneghetti e sintetizza tutti i suoi peccati di gioventù, i pregi anche multimediali e interdisciplinari di una diversa provenienza professionale”... Sempre nel 1997 riscuote un successo strepitoso alla II Biennale di Malta, dove si aggiudica il I° premio Pittura, I° premio Cinema, II° premio Fotografia, III° premio Architettura, segnalazione Design ed un premio speciale alla carriera il “Decathlon Art Award”.

Nel 1998 per il design, l'Ente fiera di Verona lo invita ad esporre l'opera la “Maitresse” per “Abitare il Tempo” alla Italian Academy di New York con Carmi, Dorazio, Munari e Gio Ponti. In quest'anno perde la madre.

Nel 1999 le opere di Meneghetti entrano per la prima volta nelle maggiori aste internazionali (Christie's, Sothebi's, Bonhams, ecc). Il presidente della Repubblica di Malta inaugura la sua mostra personale al National Museum of Fine Arts La Valletta-Malta; è dello stesso anno la personale al Museo Archeologico e alla Celsus Library di Efeso-Turchia (catalogo Skira) dove dona l’intera mostra personale (60 opere) per i bambini terremotati di Izmit - Turchia. Vince vari concorsi e realizza diverse opere per il Ministero dei Lavori Pubblici in diversi siti in Italia. Aderendo all'invito di Sir Denis Mahon e del Prof. Andrea Emiliani, suoi estimatori, contribuisce generosamente all’acquisto di un’opera di Annibale Carracci per la Pinacoteca Nazionale di Bologna tramite la Società di Santa Cecilia.

In quest'anno re-incontra Gillo Dorfles che precedentemente aveva rifiutato di occuparsi del suo lavoro e gli presenta le “Radiografie”. Il critico rimane così interessato alla nuova produzione dell'artista da dichiarare: ...”le radiografie di Meneghetti sono l'unico fatto nuovo intervenuto nell'arte italiana in questi ultimi vent'anni”..., gli dedica una monografia edita da Skira e cura le grandi mostre al Palazzo della Ragione di Padova, alla Mole Vanvitelliana di Ancona e alla Galleria San Fedele a Milano. Gillo Dorfels lo storicizza.

Stringe una bella amicizia con Vittorio Sgarbi che gli dedica una monografia edita da Skira e con Gillo Dorfles cura l'antologica di Padova.

Nel 2002 Pierre Restany presenta due esposizioni personali: GMB Galéria mesta Bratislavy, Pálffyho Palác, Bratislava, PGA Povazská galéria umenia - Museum of Arts di Zilina, Slovacchia. In quell'anno perde il padre.

Nel 2003 partecipa alla 50esima Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, con l'opera “Nulla vita ex hoc pane”.

L'anno successivo Vittorio Sgarbi sceglie l'opera “Autoritratto in quaresima” per rappresentare il contemporaneo nella mostra “da Tiziano a De Chirico: la ricerca dell’identità”. Nello stesso periodo l'interesse che Federico Zeri aveva dimostrato per il suo lavoro negli anni '80, si concretizza in uno speciale che RAI Educational dedica a Meneghetti nella serie “indagini con Zeri” accostando le monete dell’opera “Nulla vita ex hoc pane” alla produzione di medaglie di Pisanello.
Nel 2005 i suoi docuvideo vengono selezionati e premiati in molti Video Festival e Biennali in tutto il mondo. Sono moltissime le sue partecipazioni a mostre collettive in Europa. Si allarga il numero di primari musei che accolgono in permanente le sue opere.

L'attenzione di Meneghetti per il mondo che lo circonda lo porta in questi anni a ricercare linguaggi nuovi per comunicare. Insallazioni, sculture, performances e videoart, spesso con un forte carattere di denuncia sociale, si affiancano sempre più numerosi alle opere pittoriche che continuano a restare il nocciolo di tutta la sua produzione.

Nel 2006 il Sovrintentente al Mibac, Claudio Strinati, lo invita ad esporre a Roma e gli concede quattro sedi museali: Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Complesso Monumentale del Santo Spirito in Sassia, Sala 1 Scala Santa, ACS Archivio Centrale dello Stato dove espone la produzione degli ultimi 6 anni, “Meneghetti a Roma – opere 2000-2006” a cura di Achille Bonito Oliva che gli dedica una monografia edita da Electa.

L'anno successivo a seguito delle quattro mostre romane per meriti artistici e culturali, il Capo dello Stato gli conferisce la distinzione onorifica di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Nel 2008 i Musei Eremitani di Padova acquisiscono la scultura “La grande madre” .

L'anno successivo sue opere entrano nella collezione della Pinacoteca dell’Archivio Centrale dello Stato di Roma.

Il 2010 vede Meneghetti impegnato in una fitta serie di mostre personali e collettive fra cui: ArtBasel, Volta6 e Liste15 a Basilea in occasione delle quali la polizia fece smantellare l'installazione “Indifference”; l'Università degli studi di Verona lo invita per il convegno “Infinita-mente” ad esporre l'installazione “Optional” al Palazzo della Gran Guardia; a Venezia, con la stessa installazione partecipa alla 12. Biennale Architettura. Jadranka Bentini lo invita ad esporre a Faenza presso il “MIC” Museo Internazionale della Ceramica le installazioni “Paralleli Vertebrali” e “Vertebrati Paralleli”.

Nel 2010 a seguito del divorzio dalla prima moglie sposa Nadia, la donna che ama da tanti anni, alla quale aveva già dedicato un dipinto (Ritratto di Nadia,1993) particolarmente apprezzato da Gillo Dorfles. Diventa nonno e dedica alla nipotina Giorgia una serie di ritratti. E' importante notare che il “ritratto” è sempre stato un filo conduttore nel percorso artistico di Meneghetti, poiché nella sua visione non esiste “ritratto” più intimo e reale della radiografia, basti osservare i titoli di tutte le opere del ciclo.

Nel 2011 la Citta di Bassano del Grappa dedica al suo concittadino una mostra in tre sedi museali. La mostra conclude il percorso “I Bassano ai raggi x - segreti nei capolavori del Museo”. Nello stesso anno, su segnalazione di Andrea Zanzotto, una massiccia presenza alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, lo vede impegnato in tre sezioni con le opere: “Il Cristo morto del Mantegna” di cui Ennio Pouchard ha scritto [...]“qui ha realizzato quello che credo sia il capolavoro non soltanto suo, ma anche di questa Biennale[...], le installazioni ”Sottopelle” e “La bugia – anche gli elefanti hanno il naso lungo”. Da questa esperienza Veneziana nasce una stretta amicizia e una fattiva collaborazione con Francesco Buranelli e con l'architetto Alberto Bartalini.

La monumentale installazione veneziana interessa particolarmente il Vicariato di Roma e il Pontificio Consiglio della Cultura, che lo invitano ad esporre, a cura di Francesco Buranelli, l’installazione “Guardare dentro per Vedere oltre – il Cristo morto del Mantegna” nella Basilica di Santa Maria in Monte Santo a Roma.

Nel 2013, su invito del Mibac, espone con 25 tra i maggiori artisti contemporanei alla mostra “About Caravaggio” a cura di Anna Imponente, presso le Scuderie del Castello Aldobrandini a Frascati.

“Altaroma Altamoda" per le sfilate romane gli affida, grazie all'esperienza maturata con le installazioni interattive e la regia cinematografica, la creazione delle scenografie per “World of Fashion” a cura di Nino Graziano Luca. Partecipa ad “I have come to you again – Blessed John Paul II”, una importante mostra negli U.S.A. a cura di Francesco Buranelli, con una serie di opere composte da più di 150 ritratti di Giovanni Paolo II: “Kiss to Camilla”, che ritae il pontefice mentre bacia la nipotina dell'artista, Camilla, ritratta in ecografia nel grembo della madre. Per la visita di Papa Francesco ad Assisi è protagonista della mostra “Da Simbolo a Segno – Il Cristo morto del Mantegna in x-ray”. Arriva il riconoscimento della valenza di Meneghetti come regista: il film “Divergenze Parallele” entra nell'archivio della Cineteca Nazionale, che gli dedica una serata di proiezioni nella capitale.

Le opere di Meneghetti sono un continuum di esperienze cine-grafico-fotografiche, tecniche moderne e molto antiche, tuffate nella magica vetrofania delle camere ottiche. Meneghetti vive a ridosso del mondo dell’arte e del suo “Sistema” dosando puntualmente con discrezione le forme e i tempi della sua presenza pubblica. Questo modo di sottrarsi e di essere presente riassume il senso poetico di chi ama guardare ben oltre il basso profilo della attuale decadenza, con una posizione tutt’altro che cinica, perché ricca di vita e di speranza fin dentro la linea della “non speranza”. Ed è l’originalità di un simile sguardo, così isolato e così comunicante, a indicarci la presenza rara e preziosa di un autentico stile.